Una voce di notte

Andrea Camilleri
Una voce di notte
Sellerio 2012

Due casi per un Montalbano che compie, nel giorno d’apertura di questo romanzo, 58 anni. Ancora il tema della vecchiaia che avanza, ma non c’è traccia qui della malinconia che si trascinava dietro il pensiero del tempo che passa, c’è invece una specie di rabbia contro i segni dell’età, e una resistenza che porta il commissario ad una tenace lotta, quasi dispettosa, contro le mancanze, di forze fisiche e intellettuali, di cui si sente pervaso (perché anche le mancanze – e sembra impossibile – riempiono).
C’è una ragione per questo atteggiamento nei confronti della vecchiaia così diverso da quello che si ritrova nel romanzo edito prima di questo (Una lama di luce), rispetto a cui registriamo anche un arretramento cronologico della sua storia con Livia: in realtà “Una voce di notte” è stato scritto diversi anni fa; ce lo dice lo stesso autore in una breve nota finale:
«Questo romanzo è stato scritto diversi anni fa. Quindi il ,lettore attento che noterà crisi di vecchiaia più o meno accentuate, liti con Livia più o meno contestualizzate e via di questo passo non se la pigli con l’autore ma con le segrete alchimie dei piani editoriali.»
Non soffrono invece di mancanza di attualità le due storie, che raccontano ordinaria corruzione di personaggi politici avvezzi a usare il potere per propri interessi e per propria difesa, chi ricavando guadagni illeciti, chi ricercando di coprire i propri delitti, aiutati spesso dalla servile (o spaventata; o tutte due le cose assieme) connivenza di persone pronte a chiudere gli occhi, cucire le bocche, o parlare solo sotto dettatura dei propri padroni. E se certi riferimenti alla vita politica ci riportano indietro di qualche anno, niente paura, non è acqua passata, perché la corruzione continua…
L’autore comunque non rinuncia a divertirsi nel costruire scene comiche, che conferiscono ai personaggi più cari al lettore una certa leggerezza ironica.

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