L’amore di Ai-uan

Pearl S. Buck
L’amore di Ai-uan
Traduzione di Andrea Damiano
Mondadori 1940

Una scrittrice da rileggere.
In questo suo romanzo non c’è solo la Cina, ma anche il Giappone. Siamo negli anni che seguono la morte di Sun Yat-sen e che vedono l’aumento di potere, all’interno del Kuomintang, di Chiang Kai-shek. Costui nel 1927 rompe con i comunisti e massacra i rivoluzionari di Shangai.
Tra gli studenti che attendevano Chiang Kai-Shek come il loro capo comunista e che poi si sono resi conto che aveva tradito la causa rivoluzionaria, c’è Ai-uan, rampollo di ricca famiglia che, frequentando l’università, abbraccia con fervore religioso la causa rivoluzionaria.
Con l’arrivo della repressione il padre, potente nelle alte sfere, riesce a sottrarlo all’esecuzione e lo spedisce in Giappone, dove il ragazzo dimentica – e vuole dimenticare – la Cina e i sogni utopistici; nella nuova terra si costruisce una vita serena con una moglie dolcissima e due figli, cercando di superare le tristezze relative alla sua condizione di straniero (tra l’altro di una razza, quella cinese, piuttosto disprezzata in Giappone). La guerra cino-giapponese rompe questo difficile equilibrio e Ai-uan dovrà rimodellare la sua vita.
Un romanzo affascinante che parla di rivoluzione, di ideali giovanili, di fervore politico, ma anche di amore e sofferenze, un grande affresco creato dall’autrice con una sicura capacità di innestare le vicende dei suoi personaggi nella grande storia con la naturalezza della vita e con una profonda comprensione delle ragioni che muovono gli esseri umani.
Meglio di un trattato, e sicuramente in modo più appassionato, la scrittrice ci fa capire quasi dall’interno gli anni tormentati che agitano la Cina e i suoi difficili rapporti con il Giappone invasore.

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