Caos India

 

India caotica

sei sospetti in un’India caotica

Vikas Swarup
I sei sospetti
Traduzione di Seba Pezzani
La biblioteca di Repubblica – l’Espresso 2014

Un giallo, sì; ma anche un bel giro attraverso l’India caotica dei nostri giorni, in mezzo alle sue innumerevoli genti con lingua usi credenze diverse; paese affascinante, eppure terribile per la sua ferocia, per l’ingiustizia sociale e per la corruzione (incredibile? ma possiamo noi Italiani scandalizzarci?); una corruzione che dilaga e si trasforma, ma non sparisce; l’unica costante che rimane nell’ India caotica è l’avvilente sopraffazione dei deboli, dei poveri, degli emarginati. Uno di questi è Eketi e la sua sorte diventa il simbolo di questa India caotica, protesa verso un futuro folle, ma ancorata a radici ancestrali: la situazione di questo povero aborigeno, dice il giornalista narrante,

… è un perfetto compendio della nostra cultura, è un potente atto d’accusa verso tutto ciò che c’è di sbagliato in noi. E’ la nuda verità, signora Presidente, e fa paura.

Comunque un giallo, anche se sui generis, nel senso che è avventuroso, a tratti rocambolesco; i personaggi affrontano situazioni al limite del paradossale e si avverte, nel sottofondo, un intento di puro divertissement, tanto che, a volte, sembra quasi che l’autore muova le sue creature come un burattinaio fa con le sue marionette.
Anche perché c’è un che di favoloso; ma forse è questa  India caotica che è favolosa.
La struttura è semplice ed ordinata: il libro si apre con la rubrica di un giornalista che racconta l’omicidio e tutto il fermento in cui un’ India caotica può ribollire; continua con la presentazione dei sei sospetti, quindi presenta i loro moventi; segue una sezione sulle prove e il tutto è chiuso dalle pagine della soluzione e della confessione.
Il fatto: un ricco e corrottissimo rampollo di un potente uomo politico (nonché mafioso) viene ucciso durante i festeggiamenti per essere stato assolto dall’accusa di aver assassinato una giovane barista; i sospetti sono sei, presenti alla festa e muniti di pistola. La narrazione scorre veloce, diretta, senza astuzie letterarie. E percorre paesi città villaggi fiumi mare isole; incontra persone di tutti i tipi: funzionari corrotti, politici avidissimi, caste superiori e poveri derelitti, buoni e cattivi, buoni-cattivi e cattivi-buoni. I commenti dell’autore sugli aspetti della società dell’India non risparmiano le critiche, anche aspre.

Da meditare le citazioni che introducono le varie parti:
L’OMICIDIO:”L’omicidio, come tutta l’arte, produce interpretazioni e resiste alle spiegazioni.MICHELLE DE KRETSER, Il caso Hamilton
I SOSPETTI:I più interessanti sono sempre gli imputati. FRANZ KAFKA, Il processo.
I MOVENTI: Mai giudicare le azioni di un uomo prima di conoscerne i moventi. ANONIMO
LE PROVE: Non esistono fatti, solo interpretazioni. FRIEDERICH NIETZSCHE, Aurora LA SOLUZIONE: Se vuoi vivere in questa città devi essere sempre tre mosse avanti, e saper guardare dietro una bugia per vedere la verità e poi dietro quella verità per vedere la bugia. VIKRAM CHANDRA, Giochi sacri
LA CONFESSIONE: Nulla al mondo è più difficile che dire la verità. FEDOR MICHAJLOVIC DOSTOEVSKIJ

Vikas Swarup è un diplomatico indiano che ha lavorato in Turchia, Sudafrica e Inghilterra. Dal suo primo romanzo è stato tratto il film The millionaire.

 

 

 

 

 

 

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