Franz Tunda in fuga senza fine

Franz Tunda

Franz Tunda è in fuga senza fine

Joseph Roth
Fuga senza fine
Una storia vera
Traduzione di Maria Grazia Manucci
Adelphi 1999

Franz Tunda, tenente dell’esercito austriaco, prigioniero dei Russi nel 1916, riesce a fuggire; per tre anni vivrà in Siberia con un polacco, Baranowicz, che diventerà per lui un fratello. Deciso a tornare a casa, rimane preso dentro le vicende della rivoluzione russa; torna quindi in Europa: Vienna, Berlino, Parigi, sempre in fuga, sempre alla ricerca – blanda – di Irene, la fidanzata lasciata alla partenza per il fronte.
Chi è Franz Tunda? Nel romanzo è il personaggio raccontato e seguito nelle sue vicissitudini dall’amico Roth, che cerca anche di aiutarlo a reinserirsi in una vita normale; dietro il romanzo è Roth stesso, che come Franz Tunda fu ufficiale dell’esercito austriaco nella Grande Guerra e che visse nella fioca luce del dissolvimento dell’impero asburgico e nel tormentato periodo della Repubblica di Weimar. E forse, come Franz Tunda, è perennemente in fuga da mondi che non gli appartengono veramente: anzi, è Franz Tunda che non appartiene a nessuno dei mondi che frequenta, nè al rude e selvaggio habitat siberiano, né all’esaltante tumulto rivoluzionario russo, né all’establishement staliniano, né ai riti sociali della borghesia europea tra le due guerre. Vede tutto ciò attraverso un vetro, in una condizione di separatezza, come se tutto e tutti gli fossero mostrati nell’esposizione di una vetrina. Tutto gli è estraneo, indifferente; e Franz Tunda, in definitiva, si rivelerà nella sua vera natura: inconsistente e superfluo.
La ricerca di Irene, che forse può essere interpretata come velata allegoria dell’aspirazione ad una pace interiore, è condotta da un Franz Tunda aggrappato al sogno di una immutabile fidanzata ideale e ci si chiede se, quando e se la incontrerà, saprà riconoscerla.

Io so soltanto che non è stata, come si dice, la ‘inquietudine’ a spingermi, ma al contrario – una assoluta quiete. Non ho nulla da perdere. Non sono né coraggioso né curioso di avventure. Un vento mi spinge, e non temo di andare a fondo. (Joseph Roth)

Il racconto scorre rapidamente, in uno stile che incanta per la sua capacità di evocare tormentosi avvenimenti con levità, a volte con ironia, senza comunque perdere la dimensione tragica che connota il franare di una vita e di un’epoca.

… abbandonatevi al corroborante piacere di ascoltare il più intelligente, il più leggero, il più penetrante racconto della distruzione inventato tra le Due Guerre. (Alfredo Giuliani)

 

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