Solar

Ian McEwan
Solar
Traduzione di Susanna Basso
Einaudi 2010

Solar nell’anno 2000. Michael Beard è basso, grasso, calvo; è intelligente, è Premio Nobel per la Fisica, è un marito infedele e tutti i suoi matrimoni sono falliti.

Ora, dopo cinque anni,  si sta deteriorando il suo quinto matrimonio. Finora era convintissimo del suo fascino, ma con Patrice, la sua ultima, bellissima e giovane moglie, deve ricredersi e si vede allo specchio come è realmente; per di più si sente attratto fortemente da lei, che per punirlo delle sue precedenti infedeltà si è fatta un amante (un aitante giovane incolto muratore di nome Tarpin). La vita del cinquantatreenne Beard si svolge tra conferenze e attività varie, con la costante sensazione di aver perso la propria giovanile genialità e di non aver più nuove idee; messo a capo di un Centro nazionale per le energie rinnovabili, è circondato da giovani ricercatori geniali, di cui non capisce, spesso, i ragionamenti, perché non si aggiorna. Tutte le sue energie sono assorbite dalle sue vicende private. La storia continua in un avvicendarsi di momenti tragici, comici, grotteschi; alcuni episodi sono divertentissimi e tuttavia angosciosi nella loro assurdità. E comunque tutto, privato e pubblico, nella vita di Beard, rotola inesorabilmente verso il baratro.

Beard è un personaggio sgradevole e affascinante.

Il suo approccio  ai problemi ecologici e sociali  è razionale. Prova un’invincibile diffidenza verso gli slanci di tutte quelle belle anime votate alle cause più nobili come la salvezza del pianeta e il perseguimento di una società più giusta e compatibile con l’ambiente; le considera persone volenterose, magari simpatiche, ma assolutamente incompetenti rispetto ai problemi per cui si agitano tanto.

E’ pieno di sè,  egoista, disprezza gli altri, non sa amare,  è  goloso e lussurioso, si caccia in situazioni assurde proprio per soddisfare i suoi istinti, tanto che la sua esistenza si tramuta in un groviglio difficile da sbrogliare.

Dopo intricate situazioni si vota anche lui alla “missione” di salvare il  pianeta – per convinzione? per interesse? per sete di gloria? – missione che comunque si sviluppa in una ambiguità  sinistra e tuttavia divertente nei suoi aspetti grotteschi.

Sotto la  leggerezza della scrittura traspare un’ironica perfidia; la storia è piena di sorprese, alcuni episodi sono addirittura esilaranti; eppure si prova una terribile tristezza in questo scivolare verso la dissoluzione: una vita emblematica quella di Beard, una parabola della vocazione dell’umanità all’autodistruzione.

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